Carbon tax: che cos'è e come funziona?

Carbon tax: chi inquina, paga

Carbon tax

La carbon tax e il sistema CBAM

L’inquinamento atmosferico e il cambiamento climatico sono sempre più oggetto di dibattito. Per la combustione di carburanti derivante dai beni commercializzati a livello internazionale, si produce il 27% delle emissioni globali di CO2. Il continuo aumento delle emissioni legate alle importazioni in Europa, ha sviluppato il timore da parte della Commissione Europea: tutti gli sforzi per combattere il cambiamento climatico fatti, risultano vanificati dalle emissioni di CO2 prodotte dalle importazioni di beni commerciali in Europa. Ma che cos’è la carbon tax e come funziona?

La carbon tax e i suoi vantaggi

Grazie alla carbon tax si vuole prevenire il “carbon leak”, ossia il fenomeno per cui si delocalizza la CO2, trasferendo in altri Paesi extra europei la produzione dei beni più inquinanti, così da non risentire delle rigide norme climatiche europee.

La carbon tax permette anche alle imprese europee di competere con le aziende internazionali che producono in Paesi con regole meno restrittive, senza dover effettuare delocalizzazioni. I prodotti provenienti da Paesi con regole più blande riguardo le emissioni di CO2, verranno tassati sul carbonio alle frontiere, cosicché ciò che è prodotto in Europa non subisca uno svantaggio economico: si cerca il più possibile di rendere equivalenti i corrispettivi dei prodotti europei con i prodotti importati extra europei.

Carbon tax

Il sistema CBAM

La CBAM è la Carbon Border Adjustment Mechanism, ossia un sistema che impone alle aziende più inquinanti di pagare per le emissioni di carbonio che producono. L’accordo si è concluso il 19 Dicembre 2022 ed ora si trova in una fase transitoria con multe, ma entrerà in vigore gradualmente dal 2026 al 2034. Per gli importatori che non rientrano nelle linee guida della CBAM, durante questa fase transitoria le multe vanno dai 10 ai 50€ per tonnellata di carbonio prodotto.

Il CBAM riguarda le importazioni dei prodotti ad alta intensità di carbonio, le quali prevedono il pagamento del carbonio che si sarebbe dovuto pagare se quei beni fossero stati prodotti in Europa. I settori di riferimento della CBAM sono cemento, alluminio, fertilizzanti, produzione di energia elettrica, ferro e acciaio. Stando alla CBAM, le aziende inquinanti dovranno acquistare dei certificati, i cui prezzi possono variare, dall’Unione Europea per poter continuare a produrre. Le tasse sul carbonio possono riguardare diversi tipi di gas serra, come l’anidride carbonica, il metano, il protossido di azoto e i gas fluorurati, e il costo da pagare è stabilito per tonnellata di CO2.

Il Consiglio Europeo prevede una soglia minima di esonero dagli obblighi della CBAM per le partite di valore al di sotto dei 150€. Circa un terzo delle partite in entrata in Europa rientra in questa soglia e rappresentano una quantità irrisoria di emissioni gassose a effetto serra.

In conclusione, l’inquinamento atmosferico è un problema crescente e servono delle azioni concrete per affrontarlo. La carbon tax e, in particolare, la CBAM sono strumenti fondamentali, in quanto impongono un prezzo sul carbonio emesso, stimolando a procedere verso una produzione con minori livelli di emissioni di carbonio.

Martina Casella, Rebecca Amato

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