Russia e Unione Europea: lotta per i corridoi di trasporto

Russia e Unione Europea: lotta per i corridoi di trasporto

Corridoi di trasporto

Europa e Kazakistan affrontano il tema del commercio con la Cina aggirando la Russia

La competizione tra Russia e Unione Europea per una stretta collaborazione con il Kazakistan per i corridoi di trasporto si sta intensificando. In un recente studio sui futuri collegamenti di trasporto con l’Asia Centrale, la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) ha indicato la Rotta Internazionale di Trasporto Transcaspica, che attraversa il Kazakistan meridionale, come la più promettente per l’integrazione con la rete di trasporto transeuropea. La scorsa settimana, il presidente kazako Kassym-Jomart Tokaev ha confermato la sua disponibilità a lavorare con i “partner europei”. Nonostante la disponibilità dell’UE a investire in scenari alternativi per i corridoi di trasporto Cina-UE, è troppo presto per considerare la questione risolta: la Russia nel frattempo sta lavorando per lo sviluppo di rotte commerciali nella stessa direzione, perfezionando il “potenziale di transito” della Northern Sea Route, ovvero la Rotta Artica.

Quale sarà la rotta preferita dalla Cina dipenderà probabilmente più da fattori economici che politici.

Europa e Kazakistan: il corridoio transcaspico

Secondo le recenti dichiarazioni del presidente Kassym-Jomart Tokaev, il Kazakistan è pronto a collaborare con l’UE per integrare la rotta internazionale transcaspica con la rete di trasporto transeuropea. Parlando al termine del vertice “Asia Centrale-Unione Europea” della scorsa settimana, Tokaev ha fatto riferimento a un rapporto della Banca Europea che esamina i collegamenti di trasporto sostenibili tra Europa e Asia Centrale. La versione completa sarà pubblicata alla fine di giugno, ma nel frattempo è disponibile una sintesi.

Il documento pubblicato conferma una tesi che Kommersant aveva anticipato con diversi funzionari della CEE (Comunità Economica Europea) la scorsa estate: all’epoca si diceva che il Kazakistan sarebbe diventato nel prossimo futuro un’arena di competizione per progetti orientati all’afflusso di investimenti occidentali, anche in termini di realizzazione di corridoi di trasporto Cina-UE che aggirano la Russia.

La Banca europea riconosce il corridoio transcaspico, detto anche corridoio di mezzo, come l’opzione più sostenibile per lo sviluppo della logistica tra la Cina e l’Unione Europea.

La rotta di trasporto transcaspica

La rotta transcaspica attraversa Cina, Kazakistan, Mar Caspio, Azerbaigian, Georgia, Turchia e Paesi europei. Secondo le stime preliminari, saranno necessari investimenti per 18,5 miliardi di euro per migliorare in modo significativo il percorso, che potrebbe garantire una fornitura ininterrotta in futuro.
L’Unione Europea è disposta a coprire gran parte degli investimenti. Il rapporto della BERS specifica che tra l’altro i fondi sono necessari per riabilitare e modernizzare i corridoi ferroviari e stradali, aumentare la capacità dei porti e migliorare le infrastrutture alle frontiere.
Saranno necessari investimenti e decisioni politiche da parte dei Paesi partecipanti per quanto riguarda la facilitazione e l’armonizzazione del commercio, la liberalizzazione del mercato e il miglioramento della regolamentazione tariffaria: questi aspetti saranno descritti in dettaglio nel rapporto completo della BERS.

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Bisogna far notare che per il Kazakistan lo sviluppo della rotta transcaspica è importante anche nel contesto della diversificazione delle esportazioni di petrolio, l’80% delle quali è attualmente affidato al Caspian Pipeline Consortium (CPC), controllato dalla Russia. Astana ha iniziato a cercare percorsi alternativi al CPC dopo che lo scorso anno le spedizioni attraverso di esso sono state interrotte più volte a causa di riparazioni a Novorossijsk.

La riduzione del ruolo della Russia nell’approvvigionamento di petrolio dal Kazakistan va a vantaggio anche dell’Unione Europea, che ne sottolinea esplicitamente la necessità in un contesto di incertezza politica generale. L’equilibrio delle forniture attraverso il CPC e le vie alternative dipenderà probabilmente dall’ammontare degli investimenti europei. Potrebbero anche avere implicazioni politiche per il Kazakistan nella cooperazione con la Russia, anche attraverso la EAEU (Unione Economica Euroasiatica).

Russia e Cina

Inoltre, ampliando la rotta transcaspica, Astana entra in competizione con Mosca per il corridoio di trasporto Cina-UE.
La Russia, anch’essa interessata a far passare il corridoio di trasporto Cina-Unione Europea sul proprio territorio, intende sviluppare la Northern Sea Route, la Rotta Artica. La serietà delle intenzioni si evince dalle discussioni relative questo tema durante incontri di massimi livelli, infatti, a marzo il presidente russo Vladimir Putin, durante i colloqui con il presidente cinese Xi Jinping, ha sottolineato che la formazione di corridoi ferroviari e stradali in direzione Cina-Europa e di ritorno attraverso il territorio russo e il miglioramento delle infrastrutture di trasporto e logistiche per la Northern Sea Route nel suo complesso rimangono una priorità assoluta per Mosca.

Nonostante lo studio della Banca Europea e altre dichiarazioni europee, è troppo presto per affermare che sia stata fatta una scelta di un corridoio di approvvigionamento prioritario. La situazione si complica dal momento che l’Unione Europea dovrà probabilmente decidere nel prossimo futuro se ridurre la dipendenza dei Paesi sviluppati dal commercio con la Cina. Si noti che, secondo le statistiche doganali del Paese, nel 2022 la Cina ha venduto all’Unione Europea più di quanto abbia acquistato da essa: le esportazioni nel 2022 sono state pari a 562 miliardi di dollari, le importazioni a 285,4 miliardi di dollari. Rimane tuttavia poco chiara la posizione della Cina stessa, per la quale la scelta della rotta potrebbe essere legata più a fattori economici che politici, dato che l’opzione più economica ed efficiente verrebbe probabilmente scelta per aumentare il fatturato commerciale.

Fonte: Kommersant

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