Europa e Stati Uniti possono affrancarsi dalla importazione di batterie dalla Cina: ma quanto costerà?
Secondo Goldman Sachs i Paesi europei e gli Stati Uniti potrebbero non avere più bisogno di importare batterie dalla Cina entro il 2030. Il punto di vista degli analisti di Goldman Sachs è stato esplicitato ampiamente dal Financial Times.
Porre fine alla dipendenza dalle importazioni di batterie per veicoli elettrici dalla Cina sarebbe un traguardo importante, ma non senza prezzo
Per raggiungerlo si dovrebbero infatti spendere più di 160 miliardi di dollari nei prossimi anni.
La Cina è ora il più grande produttore mondiale di batterie per veicoli elettrici. Rappresenta circa i tre quarti del mercato. Inoltre, la Cina è uno dei maggiori produttori di risorse naturali necessarie per la produzione di batterie.
Secondo gli analisti, i Paesi occidentali dovranno spendere:
- 78,2 miliardi di dollari direttamente per la produzione di batterie
- 60,4 miliardi di dollari per la produzione di componenti
- 13,5 miliardi di dollari per l’estrazione di litio, nichel e cobalto
- altri 12,1 miliardi di dollari per la loro elaborazione.
Gli Stati Uniti cesseranno per primi di importare batterie dalla Cina.
Secondo gli esperti negli Stati Uniti la diminuzione della dipendenza dalla Cina nei prossimi anni avverrà a causa della crescente influenza delle società sudcoreane. LG e SK hanno ad esempio già ricevuto risorse multimiliardarie dall’amministrazione di Joe Biden. E LG Chem ha annunciato a novembre la costruzione di un impianto di batterie catodiche da 3 miliardi di dollari nel Tennessee che sarà il più grande di questo tipo negli Stati Uniti.
Secondo le previsioni di Goldman Sachs, in tre anni la quota dei produttori coreani di batterie nel mercato statunitense crescerà dall’11% dello scorso anno al 55%.
La squadra di ImportDesk è sempre al fianco delle aziende interessate agli acquisti internazionali e alle importazioni in Italia