Perché dedicare questo articolo proprio alle aziende russe? Lasciando da parte i pareri sulla situazione politica, vogliamo semplicemente analizzare l’impatto della forza maggiore e dell’interruzione delle forniture di prodotti importati sul business di un paese, la velocità di reazione, la dipendenza dalle materie prime per vari settori in Russia. Ecco quindi come le aziende russe rispondono alle difficoltà nell’importazione di materie prime e componenti.
Interruzione delle forniture di prodotti importati per le aziende russe
La rottura delle relazioni commerciali con numerosi partner esteri e il deterioramento della logistica hanno complicato le attività di molte imprese in Russia. Nelle industrie dipendenti dalle importazioni si registra una riduzione delle scorte di componenti e materiali. Questo incoraggia le aziende a cercare fornitori alternativi, secondo un rapporto sullo stato dell’economia regionale redatto dalla Banca Centrale russa il 14/07/2022.
Entro la fine di giugno quasi la metà delle imprese in difficoltà è stata in grado di sostituire completamente o in una certa misura le catene di approvvigionamento. Ad aprile solo un terzo delle imprese era riuscita nell’intento. Solo il 3% delle imprese intervistate afferma che è impossibile trovare un’alternativa per le forniture di prodotti importati.
I settori orientati alla domanda interna e debolmente dipendenti dalle importazioni si sono adattati più rapidamente ai mutamenti delle condizioni economiche.
La situazione delle forniture di prodotti importati: materie prime, componenti, materiali e macchinari (quota delle imprese russe in percentuale)
Abbiamo molta esperienza di lavoro con le aziende russe e sappiamo come funzionano gli uffici acquisti in questo paese
Abbiamo anche seguito il processo di riorganizzazione dopo le sanzioni. Bisogna dire che i reparti di approvvigionamento in Russia sono molto numerosi, ben organizzati e reattivi. Agiscono subito sviluppando diverse vie alternative; questo è confermato anche dall’infografica soprariportata. Il conflitto in Ucraina è cominciato a fine febbraio, in seguito sono arrivati e continuano ad arrivare diversi pacchetti di sanzioni che man mano hanno toccato tutti i settori. Come vediamo, nell’arco di 3 – 4 mesi molte aziende si erano già riorganizzate, almeno parzialmente.
Ricordiamoci però che i dati in questa infografica sono presi dal rapporto della Banca Centrale russa, che poco probabilmente pubblicherebbe in tutta “sincerità” una conferma dell’enorme danno delle sanzioni sull’economia del paese; è comunque utile per vedere le proporzioni e la dinamica della reazione di diversi settori.
Certamente non si può dire che le sanzioni dell’Unione Europea e altri Paesi contro la Russia non abbiano avuto un impatto sul business russo
Orientate direttamente su approvvigionamenti, forniture di prodotti importati ed esportazioni per disarmare la Russia dal punto di vista industriale, le sanzioni hanno distrutto le supply chain storiche e in pochi mesi gli imprenditori russi hanno dovuto riarrangiarsi in una situazione di completo caos e assoluta imprevedibilità dei futuri sviluppi.
Ecco perché insistiamo sempre sulla necessità di una corretta gestione e dell’ottimizzazione e aggiornamento delle supply chain. Un ufficio acquisti moderno deve avere sempre una lista aggiornata di fornitori alternativi. Gli avvenimenti degli ultimi anni come pandemia, aumento incontrollabile del costo dei trasporti, guerre e sanzioni lo confermano: questa lista di fornitori deve espandersi a livello globale.
Lo ribadiamo: questo articolo non vuole toccare la questione politica né esprimere l’opinione di ImportDesk sul conflitto fra Russia e Ucraina, ma è destinato alla valutazione della situazione dal punto di vista analitico per trarne delle conclusioni.
Fonti: Report Banca Centrale Russa
La squadra ImportDesk è sempre al fianco delle aziende che vogliono iniziare acquisti internazionali e importazioni in Italia
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