Il transito turco: le merci italiane entrano in Russia attraverso la Turchia
I media italiani parlano di un forte aumento delle esportazioni dall’Italia alla Turchia e, ad Ankara, si registra un significativo aumento del commercio russo-turco. La Turchia è diventata una nuova Bielorussia, cioè un punto di transito per le merci europee?
La Turchia pare aver improvvisamente abbracciato la moda per tutto ciò che è italiano
Forse è così che si può spiegare l’anomala fioritura dei rapporti commerciali tra Roma e Ankara. Secondo il Corriere della Sera, citando dati dell’Istituto Nazionale di Statistica, a giugno 2022 le esportazioni italiane in Turchia hanno raggiunto 1 miliardo e 400 milioni di euro. Un dato eccezionale. Per fare un confronto: a febbraio 2022 il volume era di soli 900 milioni di euro e negli ultimi dieci anni non ha mai superato il miliardo di euro.
La tendenza, secondo l’articolo giornalistico, è controintuitiva: dato l’indebolimento della lira, la domanda di beni importati in Turchia dovrebbe diminuire, non aumentare. Secondo il quotidiano, infatti, evidenzia il ruolo della Turchia nella fornitura alla Russia di beni sanzionati. Inoltre, come riporta l’Istituto Turco di Statistica, anche l’export dalla Turchia verso la Russia ha stabilito dei record: nella sola prima metà dell’anno in corso il volume degli scambi tra i due Paesi ha raggiunto i 27 miliardi di euro, mentre tra Mosca e Ankara lo scambio dell’intero anno 2021 è stato di 33 miliardi di euro.
Altro elemento fortemente esplicativo dei flussi sono gli ingorghi dei camion al confine tra Georgia e Russia che si estendono per decine di chilometri.
Possono tutti questi elementi essere considerati prove del cosiddetto transito turco?
Il direttore del Consiglio d’Affari Russo-Turco Alexei Egarmin dubita:
Certo, non si può negare che alcune persone abbiano approfittato della situazione, portano qui in Russia tramite la Turchia dei prodotti di importazione parallela – è vero. Ma direi che questa sia la scelta di singoli imprenditori e che i loro conti non facciano le statistiche. Ora vediamo che in Russia stanno comparendo molte merci esclusivamente di produzione turca. Sono davvero abili e in questo momento in Russia c’è posto per loro. Se affermiamo che questo cosiddetto transito forma il flusso, cosa vediamo? Un quadro completamente diverso: nei negozi potrebbe esserci una varietà di marchi italiani ancora più accessibili. Ma gli elementi, le prove, che vediamo sono completamente diverse. In effetti, vediamo un numero abbastanza elevato di merci turche. Ciò include l’industria leggera e prodotti dell’ingegneria meccanica, dell’industria elettrica e persino l’elettronica. Penso che il problema non sia come viene descritto”.
Tuttavia, secondo l’edizione italiana, l’Occidente sta già preparando un rapporto sui Paesi che aiutano la Russia a bypassare le sanzioni.
Secondo le fonti del quotidiano, la commissione è guidata dall’ex ambasciatore degli Stati Uniti in Russia, Michael McFaul, e dal rappresentante dell’Ufficio di Zelensky, Andriy Yermak. E secondo quanto riferito, la raccomandazione a Washington e ai suoi alleati è di arginare tali scappatoie minacciando i Paesi di transito con sanzioni secondarie. Georgy Vlastopulo, Direttore Generale di Optimal Logistics, valuta la prospettiva:
Questa è la domanda più difficile e scottante che tutti noi, come operatori logistici, come partecipanti a questa filiera, ci poniamo: “Se e quando ci sarà una reazione dall’Occidente al transito turco.” Dopotutto, è tutto molto evidente. Per capire che le merci arrivano in Russia attraverso la Turchia, non servono speciali abilità di analisi. Basta guardare le dichiarazioni di transito, i contratti: tutto questo è nell’analisi del sistema doganale europeo e nel sistema doganale turco. Ma, molto probabilmente, la Turchia non è solo un paese di transito: c’è sicuramente una contrattazione geopolitica per la quale tale ruolo della Turchia viene approvato anche dai paesi dichiarati dalla Russia come “ostili”. Non credo che se ci fossero il desiderio e la possibilità di chiudere questo transito, né l’America né l’Europa non lo farebbero. Sarebbe estremamente facile da fare.
Il Corriere della Sera accusa direttamente Ankara di favorire l’elusione delle sanzioni occidentali: anche se le merci italiane entrano in Russia attraverso la Turchia non tutte sono sanzionate. Dato il ritiro dal mercato russo di numerose società straniere, le loro merci ora entrano nel paese attraverso importazioni parallele, non tramite fornitori ufficiali, ma tramite rivenditori. Se tuttavia il transito turco appare di volumi consistenti, tramite la Turchia passano soprattutto pelletterie di marca piuttosto che componenti di missili.
Fonti: Radio Business FM , Сorriere della Sera
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